Appello
Oggi la parola “Appello” costantemente echeggia per tutto il corso della nostra giornata.
Tutte le mattine, ad esempio, ti ritrovi in una classe virtuale e cominci a fare il primo appello.
Finita la lezione, ti colleghi come d’abitudine sul web o sui tuoi canali social e continui ad essere coinvolto in altri “appelli”.
C’è l’appello di esortazione a non uscire da casa che ti rivolgono i capi di stato, il governatore della tua regione o il sindaco della tua città.
C’è l’appello per gli aiuti umanitari o quello per la sanatoria dei migranti irregolari. C’è l’appello dei detenuti perché preoccupati per sovraffollamento nelle carceri.
C’è l’appello del Segretario Generale dell’ONU e del Papa per un cessate il fuoco in tutti gli angoli del mondo.
C’è l’appello dell’Ordine dei Medici per la carenza di mascherine chirurgiche, guanti e camici mono uso.
E poi c’è l’appello dei musei e dei luoghi della cultura che dovranno gestire le loro aperture e immaginare il coinvolgimento del fruitore di domani.