A.

Abitùdine

Come un mare in tempesta, sono stata travolta da sensazioni che disorientano. Non ero abituata!

Ma che cos’è l’abitudine? A-bi-tù-di-ne, assuefazione e consuetudine, la tendenza di ripetere un determinato comportamento. Ti abitui a non guardare l’orologio, ti abitui al caffè con poco zucchero, ti abitui ad avere pazienza e a guardare, d’estate, il mare dalla finestra. Oggi il mare è mosso, i pensieri come navi si muovono violenti nella testa. Sono impotente, ma a me piace combattere. A chi non piace il mare?  Ho bisogno di mare, è una mia abitudine. Il mare incanta, spaventa, fa respirare, è imprevedibile. Il mare uccide. 

Appartenenti ad un mare di città, oggi abitiamo la quotidianità in un mare di solitudine. È proprio come vivere in un cumulo di tempo in cui tutto si è arrestato. Riesco a sentire i rumori, tutti.  Vago dentro casa, come se fossi in mare aperto, è surreale, trattengo il respiro e cerco nuovi punti di riferimento. Mi sono abituata e non ho più paura.  Abbiamo messo su OFF il nostro rapporto con il mondo esterno o forse stiamo solo ricaricando le batterie per affrontare un mare calmo. Gli eventi sono casuali e la vita può sembrare qualcosa di terribile, ma ecco sono le tre, è appena uscito il caffè, guardo fuori la finestra, sono passati ventuno giorni ed è quasi Aprile, aspetto le cinque per la videochiamata e in fondo so che si addomesticano tutte le abitudini.

Ora è così e non aspetto altro di abituarmi a nuove sensazioni.

- Cecilia Lucarelli