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Officina San Domenico – Capital Sud
Officina San Domenico – Capital Sud
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Capital Sud APS nasce a Maggio del 2018 da un gruppo di soci fondatori, accomunati dalla volontà di lavorare sui temi del riscatto del mezzogiorno d’Italia, la valorizzazione dei suoi talenti e la creazione di una rete di attori e progetti che ne consentano il pieno sviluppo. Gestore di Officina San Domenico da tre anni circa, sono scopi dell’associazione, come da statuto:
-organizzare eventi, corsi, workshop, festival, concerti e residenze artistiche per promuovere una cultura di cambiamento possibile;
-incentivare il rientro dei giovani del Sud Italia espatriati al Nord ed all’estero, per condividere la conoscenza appresa e le migliori pratiche osservate -valorizzare il territorio attraverso modelli replicabili che abbiano un impatto sul benessere delle persone
-promuovere la cultura come driver di sviluppo territoriale al centro di processi di rigenerazione individuale, istituzionale e territoriale
-costruire percorsi di capacity building, per affrontare sfide legate ad innovazione (sociale e digitale), internazionalizzazione e formazione.
-Abilitare le Comunità a sviluppare pratiche partecipative e di Economia Civile per governare i Beni Comuni, promuovere la rigenerazione urbana e lo sviluppo sociale e culturale dei territori;
-Affiancare le Istituzioni pubbliche nel dar vita a forme di governance, piani strategici ellittici attivi capaci di generare valore per gli attori locali.
Un gruppo non è soltanto la somma dei singoli ma genera un’entità nuova che ha bisogno di trovare un equilibrio interno e per farlo ha bisogno di imparare a conoscere, gestire e soddisfare le esigenze dell’organismo che si è formato. È stato un processo lungo, complesso e ancora in atto, che attraverso l’evoluzione dell’organizzazione plasma e modifica l’offerta di attività che l’organizzazione propone e di conseguenza muta l’impatto sulla comunità circostante. Il gruppo ha dovuto trovare e sperimentare delle strategie per gestire le complessità emotive e relazionali ma anche dotarsi di strumenti organizzativi. Dopo quasi tre anni il gruppo può dirsi maturo in quanto trova riscontro nell’efficacia dei processi partecipativi e nell’attuazione di quanto programmato durante le riunioni settimanali. La nostra visione delle attività è cambiata nel tempo perché la quotidianità ci ha reso consapevoli della necessità di costruire confrontandosi con la realtà circostante. Non è possibile programmare aprioristicamente e questo resta un insegnamento fondamentale rispetto al mondo della progettazione. Gli intenti continuano a rappresentare una direzione fondamentale grazie alla quale è possibili districarsi tra gli ostacoli che si incontrano durante percorsi di gestione come il nostro. Abbiamo imparato che quando si deve riattivare uno spazio è importante progettare tenendo conto che la maggior parte delle risorse va investita sulle risorse umane.