V.

Vibrazione

Vibrazione è la voce dell’uomo che dorme per strada e da sotto la coperta canta un canto della sua terra. Parla alla sua casa, parla con tutti quelli che ci sono e non ci sono. Nel pudore della sera, regala una ninna nanna ancestrale alla città deserta. Vibrazione è l’impronta dei passi verso la marcita, nell’approssimarsi all’acqua, con i piedi che toccano terra e si accomodano sulla morbidezza di un terreno profondamente bagnato. È il suono prima del suono, è l’intenzione. È una storia che viene raccontata tante volte ma ogni volta è diversa, quando per esplorare il borgo si parte dal suo margine, dalla ferita aperta tra città e campagna, sulla soglia tra quello che è stato e ciò che può divenire. La febbre di guardare lontano e trasformare. Volgendo lo sguardo nelle quattro direzioni si può immaginare il treno che passava e che ha lasciato ora la strada aperta verso il mare. Vibrazione è la connessione sottile del sentire, la possibilità in ogni momento di mettersi in ascolto, di un rumore, di una lacrima, di una scossa improvvisa. Vibrazione è aspettare che la cicogna torni a nidificare e poi incontrarla a cinquemila chilometri da casa. Parola preziosa, nella sua etimologia si trovano le sue essenziali qualità, agitare, scuotere, essere pieni di energia e scintillare. 

- Manuela BaroneLessico di ChiaravalleLa Repubblica di Chiaravalle