Sentire
La chiusura forzata di due mesi mi ha riportato indietro la capacità di sentire.
I pori si sono dilatati, l’udito si è intensificato, così come il gusto, il tatto, l’olfatto, la vista.
Ho sentito il tempo accarezzarmi la pelle e l’ho trovato, stranamente, piacevole.
Ho sentito il passare lento e inesorabile dei giorni, delle ore, dei minuti.
Ho sentito la paura scorrermi dentro e scuotermi l’anima.
Ho sentito -per la prima volta dopo mesi- la confusione e il dubbio riempirmi la testa.
Cose fondamentali perché spingono a riflettere, a pensare, a fare le scelte giuste.
Ho sentito il sole più forte: l’ho avvertito dentro mentre illuminava la casa, con i suoi profumi calmi, antichi, autentici.
Ho sentito il vento rendermi libera, mentre mi accarezzava i capelli.
Ho sentito la musica stravolgermi la testa e il cuore.
Ho sentito le parole ravvivarmi le viscere.
Ho sentito me stessa.
Ho sentito che posso scegliere, che niente è già scritto ma che io posso scrivere quello che più mi piace.
Ho sentito l’infinito, la potenza e l’impotenza, il coraggio e la paura, la morte e la vita.
Ho sentito i sentimenti in maniera così forte da spezzarmi l’anima e poi ricostruirla. Tutto insieme, nello stesso momento.
Ho sentito che non so chi sono e che non so dove voglio andare. Ed è bello. Perché vuol dire che posso ancora cercare, scoprire, intuire, respirare, crescere, trasformarmi.
Ho sentito la vita. Più di tutto, ho sentito che la amo totalmente, nelle sue mille ed infinite possibilità.