Scialle
SCIALLE, è questa la parola che ho scelto. “Ma guarda che bella luna, chissà l’Arno come brilla e io so’ giovane e bella e c’ho voglia di essere libera” dice la Beatrice di Stefano Benni indossando felice e speranzosa uno SCIALLE.
Ed ancora “Ecco perché accettai quella sera nel campo, in uno SCIALLE di aria fina, guarita, capace di guardare l’orlo della luna che càpita nel cielo…” e questa volta a parlare è La Signora Lazzaro una delle protagoniste di una bellissima raccolta di poesie scritte da Carol Ann Duffy in cui l’autrice, così come ha fatto Benni con la sua Beatrice Portinari, dà voce forte e distintiva a ciascuna delle sue donne, facendo una ricostruzioni dei fatti dalla parte di lei: una HERstory secondo un termine molto caro alle femministe anglo-americane.
Ed ecco che lo scialle diviene simbolo di una ritrovata libertà ed insieme richiesta di un legittimo posto nella storia.
Forte della suggestione di queste immagini, mi lascio andare ad accarezzare questa parola; S-C-I-A-L-L-E diviene allora sussurro interiore, speranza infinita nella mia/nostra capacità di resistere alla solitudine e al dolore ed immagine gioiosa di un giorno in cui anche io, come le mie amate eroine, uscirò e mi porrò sulle spalle con gesto sicuro il mio SCIALLE, a ri-significare il mio amore per la vita e per la ritrovata libertà.