Porto
È una parola breve, ma lungo è il percorso per raggiungerlo.
Il porto non si raggiunge mai senza fatica, può dare rifugio e asilo, o ansia e dubbi a chi lo raggiunge per la prima volta.
Il porto si sposa pertanto con la sicurezza o con la paura.
Il più delle volte ci ricorda una tappa della nostra vita, altre l’ultimo posto che ci accoglie prima del passaggio ad altra vita.
Porto è anche presente del verbo portare: io porto. Porto qualcosa per il presente ma soprattutto per il futuro, non lo si può fare per il passato. Porto è vicinissima alla parola parto. Parto per raggiungere nuove mete, ma il parto è anche un approdo, un arrivo per il neonato che da quel suo porto comincia la sua vita.
Parto è salvifico, è l’inizio di un viaggio per un tempo nuovo. L’uomo è al centro di questa positività o negatività. Dipenderà da noi, dalla forza che ci metteremo per arrivare in porto; dalla pazienza, dalla volontà e fiducia che le puerpere ci metteranno per entrare con qualcuno nel futuro, ipotecando con beneficio d’inventario il porto, non più per sé, ma per le nuove generazioni.