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Patto

C’è un legame non solo etimologico che unisce il patto, foedus, alla fiducia, fides: il primo può esistere solo in virtù della seconda.

Il patto non è un contratto, non è un semplice accordo di reciproca convenienza. Il patto sancisce il riconoscimento del valore del luogo da parte degli abitanti, della sua essenza trasformativa e fragile, dell’interdipendenza profonda che li lega gli uni agli altri. La stessa interdipendenza, latente, svelata al mondo intero dall’arrivo di una pandemia.

Il patto è un processo culturale, prima che amministrativo.
Un processo che origina e culmina nell’agnizione del Borgo come insieme complesso di beni comuni, tangibili e intangibili, in cui la comunità si autorappresenta e di cui sceglie di prendersi cura. Un movimento circolare, un gesto fondativo e risolutivo, responsabile e creativo. 

Un apprendimento individuale e collettivo.

Il patto è lo spazio simbolico degli attraversamenti, che nelle azioni concrete di cura condivisa e di rigenerazione si rendono percorribili, reali. Perché è solo nella pratica, reiterata e radicale, della condivisione che la fiducia può essere riprodotta, scambiata e infinitamente appresa. 

- Elena Taverna Lessico di ChiaravalleLa Repubblica di Chiaravalle