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Parco giochi

Mai Gianni Rodari, quando nel 1962 immaginò Il palazzo da rompere nel suo Favole al Telefono, avrebbe potuto prevedere il fremito dei corpi costretti all’inoperosità da quell’inedita forma di clausura domestica che è la quarantena. Nel suo racconto i bambini prima, gli adulti poi, trovano una via di sfogo nel demolire un palazzo costruito a questo solo scopo: il senso di liberazione che li permea, la serena stanchezza con cui tornano alle loro case, il sonno istantaneo non appena toccato il letto sembrano stati di grazia a tutti noi, ora.

Il Parco Giochi del Villaggio Artigiano potrebbe essere un luogo di costruzione e distruzione eterna, un gigantesco Lego fatto di pezzi di recupero e scarti di bottega, una celebrazione di nuovi modi di considerare ogni oggetto e materiale. Lo immagino a metà fra Cinecittà, dai mattoni in apparenza solidi e invece leggeri come polistirolo, e Mutonia, il villaggio-laboratorio a due passi da Santarcangelo di Romagna; in evoluzione eterna, ad opera di bambini e genitori, e delle maestranze locali di passaggio in pausa caffè, immerso in un verde anarchico e mai potato, generato da semi portati da venti lontani.

- Enrica Berselli Lessico del VillaggioOvestLab / Periferico / MOP-Modena Ovest Pavillion