P.

Pacco

P – PACCO

Ho ricevuto un pacco. Me l’ha mandato mia madre. Mia madre non abita così lontano, ma in tempo di quarantena 15 Km di distanza sono sufficienti per spedirsi salami, dolci, uova di Pasqua.

Le immagini e le voci trasmesse dai nostri telefoni cellulari non bastano per sentirsi insieme, per comunicare tutto ciò che vive, batte e respira dietro a parole digitalizzate.

Gli spazi servono. I tempi, da soli, non sono sufficienti, e allora affidiamo i nostri affetti, le nostre ambizioni, i nostri piaceri, le nostre visioni di futuro, la nostra etica a spazi di pochi centimetri, che viaggiano in spazi motorizzati. Spazi chiusi, viaggianti attraverso spazi proibiti, ma sognati. Spazi simbolici, da aprire con meraviglia, da agire, proteggere, confezionare.

Di fronte al citofono, restiamo, in attesa di una nuova storia, in attesa di nuova meraviglia.

- Stefano BeghiKarakorum TeatroLo Stato dei Luoghi