Nostalgia
Nostalgia:
Un’ombra ti segue, passo passo,
cane fidato,
amato compagno dalla vita troppo breve
è ora disteso come un fantasma sul letto mentre hai abbastanza pianto e, teneramente, non senza resistenza, hai aperto le porte al sonno. (Sembra che sia venuto a trovarti nella notte e, per non essere visto, sembra popoli i tuoi sogni e lasci il suo calore, la sua impronta morbida di peso).
Eppure fin dall’inizio, fin dal vagito nascente
fin dalla stella che proietta il nome neonato
hai avuto nostalgia,
era un calore diffuso che cullava il battito
e poi nulla più, il freddo meccanico del tuo corpo in un nuovo spazio.
Poco a poco sono state le abitudini:
quella tazza di latta tiepido, la coperta sulla faccia, il raggio del mattino, la pioggia e l’umido della sera nel cortile e le foglie, molte foglie e molti marciapiedi ai bordi delle strade,
Dove sei stato?
Sempre cercando, sempre cercando.
Nostalgia
che arrivi ora e mi conduci la polvere degli odori;
sono un bambino impiastricciato di cose buone leccate e non voglio lavarmi,
incollata al mio io che ero prima,
al mio che sono adesso con quello che non sarà.
“Mai più! Mai più!” Grida il neonato animale mostrando la lingua e la gola, fino alle viscere
“Mai piú! Mai piú!” Grida il ladro di nostalgia che ha rubato la scatola e lasciato il gioiello
Non sono cose speciali.
Ma un privilegio,
di cui ora ho nostalgia.