Kintsugi
Kintsugi (金継ぎ)
letteralmente oro (“kin”) e riunire, riparare, ricongiunzione (“tsugi”)
Quante volte abbiamo detto, o ci siamo sentiti dire: “..non sarà mai come prima..” consci del fatto che quando qualcosa si rompe non si riavrà mai più ciò che c’era prima. I Giapponesi, invece, esclamerebbero con grande orgoglio : “..sarà più bello di prima..” consapevoli che il mutamento farà squadra tra il vecchio ed il nuovo creando qualcosa di unico.
Non so se conoscete la storia del vaso rotto su cui i giapponesi versano oro.
In Giappone quando si ripara un oggetto rotto, si valorizza ogni singola crepa attraverso un procedimento che prende il nome di “tecnica Kintsugi“. La circostanza fortuita determinata dalla rottura, rende gli oggetti rigenerati tutti differenti fra loro e dunque unici, oltre che pregevoli per via del metallo prezioso che li decora. Grazie al Kintsugi si creano vere e proprie opere d’arte, sempre diverse, ognuna con la propria trama da raccontare, ognuna con la propria bellezza da esibire, questo proprio grazie all’unicità delle crepe che si creano quando l’oggetto si rompe, come fossero le ferite che lasciano tracce diverse su ognuno di noi. Secondo i Giapponesi infatti, il vaso rotto e riparato con quelle accattivanti venature dorate, che sono il risultato dell’unione dei pezzi frantumati, rappresenta la vita e i cambiamenti che essa porta con sé. Se ci pensiamo bene la vita non è mai lineare ma anzi presenta sempre delle divergenze, che ci portano a compiere, di conseguenza o per volontà, nuove scelte e percorsi.