I.
Ignavia
La viltà come stile di vita.
Lo collego a molti della classe politica italiana e mondiale, ma anche a tutti quelli che girano la faccia dall’altra parte davanti alle ingiustizie.
Come sta cambiando la percezione dello spazio comune dallo stato di sospensione domestica in cui ci troviamo? E cosa diventano gli spazi del comune quando il contatto dei corpi non è possibile? Quali parole abbiamo per costruire nuovi immaginari? Insieme, lanciando nuove reti che colleghino i punti, spogliandoci di identità per acquisirne di nuove. Collettive, aperte, condivise.