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Distanza

Un metro di distanza. Un obbligo che ci protegge, che ci fa capire la gravità del periodo. Un metro di distanza, se ci pensi bene, non è tantissimo. È un passo deciso in avanti, di quelli che da bambino facevi per misurare la distanza tra i pali della porta quando disegnavi il campo per giocare a calcio sotto casa: uno, due, tre… 

Oggi un metro è una distanza infinita. Le dimensioni dello spazio stanno prendendo significati nuovi, inediti. Un metro è tantissimo quando il tuo mondo si limita a 45mq appena fuori dal centro di Milano. Nel tuo piccolo mondo cerchi conforto nella tecnologia, un placebo che funziona solo se abbinato a qualche sorso di vino, qualcuno in più. Cominci a scorrere la rubrica e tenti di scovare amicizie che pensavi fossero vicine. “Uh, Alessia, chissà com’è finita con… “ e poi scopri che non la senti da più di un anno e che quel “chissà com’è finita” avrà avuto tante di quelle diramazioni che a ricostruirle ci vorrebbe un altro anno. La distanza oggi è amplificata. È lo spazio. È il tempo. 

Stiamo imparando a non procrastinare l’affetto. Perché i confini dello spazio possono essere chiusi e quello che è vicino diventare distante, all’improvviso. La distanza nei rapporti, al tempo del coronavirus, non è più solo una questione di spazio ma anche di tempo. È una terza dimensione che ci fa capire quanto siamo importanti gli uni per gli altri. Anche per me, un solitario che gode della sua solitudine… ma solo fino a quando non gli viene privata la possibilità di cambiare idea.

- Peppe SirchiaPnsixLo Stato dei Luoghi