Denaturazione
In biochimica la denaturazione è un processo di alterazione o perdita di più proprietà di una sostanza ad opera di agenti chimici e fisici. Nel caso dell’alcool, è un’addizione di sostanze coloranti. Nel caso del mio abitare, è un processo di perdita di spazi. Colpevole è la paura del contagio, la lotta all’invisibile, la disinfestazione dell’oggetto, il timore della superficie. Perdo spazio ad opera di agenti chimici e fisici: alcol etilico denaturato, perossido di idrogeno, ipoclorito di sodio. La libreria ha ceduto loro un posto già riservato mentre i libri respinti si appropriano dello spazio disabitato coricandosi sugli altri sopravvissuti alla prepotente intrusione. Lo scenario è un commovente ossimoro di ciò che mi sta salvando da questa pandemia: fogli e flaconi. Eretti come nuove icone del design delle paure, pezzi furbi di praticità, dittatori nell’invasione di una quotidianità assediata. Il Barone Rampante si arrampica nelle fessure zig zag di una presa comoda, l’erogatore spray ruota seguendo l’intensità del getto di una minacciosa Modernità Liquida quando la copertina della Pelle Malapartiana, un particolare de “La cima del Vesuvio durante l’eruzione” (Micheal Wudtky, 1779), se la ride accanto al simbolo di facilmente infiammabile. L’austero flacone per le mani dal tappo stellato muove i primi Inciampi nel diagramma “Mundus Annus Homo” (Giovanni Scoto Eriugena, IX sec.) alla ricerca di una somiglianza mentre strozzo le curve idilliache dell’alcool, rosa contro un tappo rosso Geisha, come un pulsante d’allarme, da usare solo in caso di emergenza.
Lo premo, suona la sirena: questa è un’emergenza.