Antifragile
L’antifragile è il contrario del fragile e indica la capacità modificarsi per rispondere a sollecitazioni, fattori di stress, volatilità e disordine. Come in tutti i dualismi (si vedano ad es. le reciproche relazioni di complementarità e/o di opposizione che sussistono tra vita/morte, luce/buio, salute/malattia) antifragile e fragile rappresentano due gradi del medesimo spettro che dal disordine creativo del regno organico dei viventi conduce all’inerzia statica del regno minerale.
L’antifragilità è la qualità che permette a tutte le forme viventi (dalle più semplici alle più complesse) di trarre vantaggi dagli scossoni, di rispondere a fattori di disordine e stress; l’antifragilità è la qualità che permette agli organismi dotati di intelligenze multiple di pensare indossando “diversi cappelli” e di manifestare pensieri divergenti e creatività reagendo pro-positivamente all’ignoto e all’inaspettato della vita stessa. L’antifragilità è, in questo senso, la qualità che occorrerà possedere per superare le crisi innescate dalla pandemia e, non a caso, secondo la definizione del saggista e matematico Nassim Nicholas Taleb che nel 2012 con il libro “Antifragile, prosperare nel disordine” ha formulato questo concetto: “l’antifragilità va al di là della resilienza e della robustezza. (…) Ama il caso e l’incertezza… ama l’errore. Questa qualità è alla base di tutto ciò che muta nel tempo: l’evoluzione, la cultura, le idee, le rivoluzioni, i sistemi politici, l’innovazione tecnologica, il successo culturale ed economico, (…), lo sviluppo di città, civiltà, sistemi giuridici, foreste equatoriali, la resistenza dei batteri… persino la vita della nostra specie su questo pianeta“.